25 – Mercoledì 27 maggio 2020

Valzer per una corazzata

(Puccini, La bohème, «Quando me n’ vo soletta»)

Il 9 settembre 1894, in occasione della consegna della bandiera di combattimento alla corazzata Umberto I, Giacomo Puccini, su invito del re, scrisse un Piccolo Valzer per pianoforte, una musica inadatta all’occasione visto che quel brano non è patriottico o marziale. Da circa un anno Puccini stava lavorando con Luigi Illica e Giuseppe Giacosa alla preparazione della Bohème, che sarebbe poi andata in scena al Teatro Regio di Torino nel 1896. Puccini aveva un sacco di pretese, così era nata una specie di spontanea suddivisione del lavoro. Illica delineava la sceneggiatura e individuava delle situazioni drammatiche in grado di concretizzare le intuizioni geniali ma spesso evanescenti del musicista. Giacosa elaborava i momenti lirici, metteva in versi la prosa preliminare del collega e faceva da paciere nelle continue discussioni innescate da Illica che spesso s’irritava per le richieste incomprensibili di Puccini.

Il secondo atto della Bohème è ambientato al festoso Caffè Momus di Parigi. La bella Musetta arriva in compagnia del suo ultimo spasimante e decide di far ingelosire il suo ex amante. A questo punto Puccini sceglie di fermare l’azione facendole cantare un valzer. Il tema era bell’e pronto, bastava usare quello del valzer della corazzata, che tanto nessuno conosceva. Per il testo Puccini suggerì nientemeno che “cocoricò-cocoricò-polpette”. Illica e Giacosa si misero le mani nei capelli, ma ne venne fuori un testo memorabile. Lo ascoltiamo eseguito dal soprano Carmen Romeu, nell’allestimento di Davide Livermore al Palau de les Arts “Reina Sofia” di Valencia nel 2012. Dirige Riccardo Chailly.

Viva l’opera, viva il Teatro, viva il Baretti.

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