27, 28, 29 maggio 2020, ore 21
APOLLO SIGNORE DEI DARDI
drammaturgia di Rosa Mogliasso
con Olivia Manescalchi
esecuzione musicale Fabio Biondi
regia Davide Livermore
assistente alla regia Giancarlo Judica Cordiglia
Direzione tecnica Alberto Giolitti
Associazione Baretti
Il Teatro Baretti è lieto di ospitare Fabio Biondi con il suo violino Galliano del 1766.
In scena Olivia Manescalchi, unica voce, potente e ricca di toni e sfumature in grado di interpretare più personaggi, uomini, donne ma anche eroi del panorama epico. Nota al grande pubblico per essere la voce di Olivia Pope nel pluripremiato Scandal, è attrice e doppiatrice di successo, parte della Compagnia del Teatro Baretti dalle sue origini.
Noi attori – dice in occasione di una recente intervista apparsa sull’edizione di Torino de Il Corriere della Sera – dovremmo ricordare più spesso che siamo un tramite. Alcuni attori sono stanislavskiani, altri giocano, e del resto recitare in inglese è to play, io recito per farmi carico di un universo, per trasmettere al pubblico un messaggio…
E mai come in questo caso si fa portavoce di una visione e di un messaggio che arriva direttamente dal suo regista, Davide Livermore con cui lavora da anni, che le affida il fatto di essere in scena da sola, proprio perché ha voluto sottolineare la sua capacità di assorbire tanti personaggi e restituirli con un’unica voce.
Tutte le ricchezze di Troia, o le ricchezze che sono nel tempio di Apollo a Delfi, non valgono la vita umana. Quali parole possono descrivere il vuoto che lascia una guerra? A questa domanda tenta di risponde Davide Livermore attraverso il poema omerico e la musica di Vivaldi, Bach, Scarlatti grazie alla magia del violino Galliano suonato da un interprete dalla statura internazionale quale il maestro Fabio Biondi.
La drammaturgia di Rosa Mogliasso parte dalla versione dell’Iliade del Monti, estrapolando momenti cruenti e poetici, i corpo a corpo, la guerra fatta di coraggio, fierezza, gloria della memoria in contrasto con la guerra dei padroni, dei burocrati, degli ingegneri senza nome e senza corpo, dell’anonimato di chi attualmente si limita a schiacciare un bottone seduto a una scrivania. Una provocazione, un paradosso. Gli dei ne escono come creature annoiate dall’eternità e spietate. Gli uomini fanno quello che possono. Gli eroi muoiono.
Un reading con Fabio Biondi, artista di fama internazionale che condivide con Davide Livermore una politica culturale che vede l’arte come elemento fondante della qualità di vita delle persone.