– Anteprima –
28-29 ottobre 2021, ore 21
LE COSE ABITATE
testo Monica Luccisano
regia Monica Luccisano, Olivia Manescalchi, Federico Tolardo
interpreti Olivia Manescalchi e Federico Tolardo
scena Nathalie Deana
musiche Stefano Somalvico
luci e direzione tecnica Alberto Giolitti e Eleonora Sabatini
ASSOCIAZIONE BARETTI
Dalla partecipazione in streaming nella scorsa stagione del Teatro Baretti, che ci ha emozionato in tempo di teatri chiusi, all’emozione palpabile della sala che ci si augura faccia molti 100% lungo la sua stagione, torna lo spettacolo LE COSE ABITATE, anteprima della stagione 2021-2022, in scena giovedì 28 e venerdì 29 ottobre alle 21. Torna al Baretti di Torino, passando dal TeatroZeta dell’Aquila, dove sarà in scena la settimana prima.
Un dialogo serrato tra una sorella e un fratello. Giulia e Carlo si ritrovano nella vecchia casa di famiglia, dopo il funerale del padre. Le stanze risuonano vuote. Delle proprie radici sembra non restare più nulla. Eppure dagli oggetti, dalle cose che sono state un tempo abitate emergono ricordi, parole, atmosfere, sentimenti, incomprensioni, reticenze, silenzi e ancora fiumi di parole: tutto galleggia in un sentire confuso tra l’amore viscerale dei due fratelli e un imperscrutabile rancore dalle radici lontane.
È uno scavo nel presente e nel passato. Giulia e Carlo precipitano in un loop psicologico, rivivono continuamente la stessa situazione: un incubo da cui non riescono ad uscire.
E il pubblico vi sarà tirato dentro – ora dal vivo più che mai – oltre che con le parole e il vissuto sulla scena, con un sound che nelle sue variazioni e vibrazioni crea un effetto immersivo.
Le cose, la tazza sbeccata, il ventilatore di papà, il vecchio televisore, il ventaglio di mamma… sono le cose che restano, le cose abitate a dirci quello che siamo.
– Insomma, Carlo, che cosa stiamo facendo qui adesso? Perché non riusciamo ad andare avanti? Perché continuiamo a girare intorno alle cose? È un incubo. Ma ti rendi conto? Il tempo va in una sola direzione. Non si recupera… Non si cancella… Non si può tornare…
– Lo so, lo so, lo so, Giulia. Anche io non voglio restare più qui… bloccato qui dentro. Io ci provo. Ci sto provando. Ma non riesco… non riesco a superare…
– Il senso di colpa. E chi dice che debba essere superato, il senso di colpa?
Biglietti: intero 12€, ridotto 10€ (under25, over65)
BIOGRAFIE
Olivia Manescalchi
Si è diplomata alla scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi nel 1993. Ha lavorato da allora con vari registi, quali Luca Ronconi, Mauro Avogadro, Walter Pagliaro, Gabriele Vacis, Giorgio Gallione, Davide Livermore, Michele Di Mauro. Nel 1997 fonda un’associazione con Lorenzo Fontana e Giancarlo Judica Cordiglia con la quale produce alcuni cortometraggi per Mediaset e mette in scena diversi spettacoli teatrali prodotti dal Teatro Stabile di Torino.
Dal 1999 al 2008 è stata nel cast della trasmissione televisiva “La Melevisione” programma quotidiano su Rai Tre. Film tv: “Due mezzi papà” regia N. Salerno. Ha recitato nel film “Fuori dal mondo” di Giuseppe Piccioni e nel film “L’educazione di Giulio” di Claudio Bondì.
Nel 2006 scrive e mette in scena il suo primo testo teatrale “Punto di domanda. Ovvero: avete mai sentito parlare del lavaggio completo delle vie nasali” che viene poi ospitato alla rassegna Faccia da Comico diretta da Serena Dandini a Roma. Nel 2008 scrive e dirige il suo secondo testo teatrale dal titolo “9 mesi e 1 giorno” prodotto dalla fondazione Teatro Piemonte Europa. Nel 2012 è stata ospite nella stagione del Teatro Stabile di Torino con il suo ultimo testo: “Il funerale”. Nel 2015 riprende lo spettacolo “9 mesi e 1 giorno”, da lei scritto e diretto, con la partecipazione di Melita Toniolo e Lorenzo Branchetti. Dal 2015 collabora stabilmente con Monica Luccisano, nelle pièce teatrali da lei scritte e dirette, tra cui “Madres. Racconti da Plaza de Mayo” (sulla dittatura Argentina), “Le pietre raccontano” (per il Giorno della Memoria), “Alice nel labirinto” (rivisitazione di “Alice nel paese delle meraviglie”). Nel 2018 è protagonista di “Benji” di Claire Dowie, regia di Lorenzo Fontana.
Dal 2012 collabora in veste di attrice e regista con l’Unione Musicale di Torino.
Federico Tolardo
Sono il risultato dell’amore sfrenato dei miei genitori in un pomeriggio di 34 anni fa: dentro un magazzino di vino rosso, sopra un divano, accanto ad una damigiana di vetro, con a destra dei tappi sparsi di mio nonno. E poi venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò. Poco importa se Antonio e Rosanna trentotto anni dopo smisero di amarsi, il nano era stato tratto, io.
Alto un metro o poco più, subito dopo aver imparato a camminare, inizio a frequentare il liceo teatrale del teatro nuovo di Torino. Finito il liceo entro nella compagnia del Teatro Stabile Privato e la mattina lavoro in Rai, dove mi consigliano di trasferirmi a Roma (non mi meritano). Nel 2006, anno delle olimpiadi, momento in cui Torino acquista fascino, stile ed eleganza, io parto (non mi merita) per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e alcune donne sbagliate (che questa volta non mi merito io). Sono attore in televisione, cinema e teatro. Mi sveglio appoggiando i piedi su mattonelle ma bramo il parquet. Nel 2013, dopo aver fissato il soffitto di casa, dato nomi propri a cartelli stradali e constatato che era meglio mandare avanti gli altri perché a me scappava da ridere, scrivo una mini-serie televisiva che viene comperata dalla Studio Universal e Rai 4. Nel 2015 nei camerini della serie “Fuoco amico” mentre Raul Bova mi prende in giro perché mi supera di almeno quaranta centimetri in altezza (il fatto che io abbia scritto “in altezza” non è casuale), e Rocco Papaleo non riesce a dargli torto, partorisco la sceneggiatura di un film dal titolo “Nobili bugie” con Claudia Cardinale e Giancarlo Giannini, che esce al cinema. Un anno dopo scrivo un romanzo edito dalla Castelvecchi, tratto dallo stesso film (questa volta specifico “tratto dallo stesso film” per evitare la rabbia del produttore che vuole si sappia che il film non è stato tratto dal romanzo). Il dado, quello si, è stato tratto e i nodi sono venuti al pettine.
Monica Luccisano
Drammaturga, regista teatrale e consulente editoriale, Monica Luccisano vive e lavora a Torino. Nella sua attività drammaturgica mette in relazione i vari linguaggi, creando commistioni fra teatro e musica, cinema, e arti visive, facendo così convergere le sue diverse anime.
Scrive testi teatrali originali, con particolare attenzione a temi civili o storici, o rielaborazioni dal repertorio; la forma varia dalla pièce teatrale al reading al radiodramma in scena.
Suoi spettacoli sono andati in scena: al Teatro Juvarra (To), al Teatro Baretti (To), al Teatro Vittoria (To), al Teatro Astra (To), al Piccolo Regio di Torino, all’Unione Musicale di Torino, al Festival internazionale di Stresa, al festival Scatola Sonora di Alessandria, all’Accademia Ghislieri di Pavia, allo Spazio Lambrate di Milano e al Teatro Verdi di Milano.
Dal 2014 è dramaturg residente per il Baretti di Torino, dove realizza produzioni e dove inoltre tiene corsi di teatro per ragazzi.
Tra i principali titoli figurano: Mind the Gap, Lady Shakespeare; Valzer a tempo di guerra; Cenere. Duse e l’arte muta; La zona bianca (Alzheimer); Calvario anarchico (Sacco e Vanzetti); Madres. Racconti da Plaza de Mayo; Le pietre raccontano; Alice nel labirinto; Caosbook; Le cose abitate; Incipit dall’inferno.
Tra gli attori, ha lavorato con: Sonia Bergamasco, Lina Bernardi, Michela Cescon, Oliviero Corbetta, Alessandro Federico, Giovanni Franzoni, Giancarlo Judica Cordiglia, Davide Livermore, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, Candida Nieri, Federico Tolardo.
Tra i musicisti, ha collaborato con: Orchestra Sinfonica di Stresa, Gianandrea Noseda, Daniele Rustioni, quartetto Architanghi del Teatro Regio di Torino, quintetto Architorti, Xenia Ensemble, Accademia Strumentale Italiana, Riccardo Balbinutti, Manuela Custer, Diego Mingolla, Gianluca Cascioli, Stefano Somalvico, Quoniam e Aion Project.
L’ingresso in sala è fatto nel pieno rispetto delle normative anti-covid19.
In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti l’accesso alle attività culturali, al chiuso o all’aperto, è consentito ai maggiori di 12 anni solo attraverso la presentazione della Certificazione verde COVID-19 (Green Pass).
Consigliamo l’acquisto dei biglietti online in modo da avere la sicurezza del posto e il tracciamento dei dati. Sarà comunque possibile acquistare i biglietti in cassa, con apertura della biglietteria mezz’ora prima dell’inizio dell’evento.
È necessario indossare la mascherina chirurgica (o superiore) anche durante lo spettacolo.