“…we are not your dolls.”
Vesna, Eurovision 2023
regine, attrici, sorelle, veggenti, informate, carcerate, musiciste, manipolatrici, bambine, testimoni,
il titolo della stagione contiene la parola regine in minuscolo, a simboleggiare uno status personale di consapevolezza, una regalità che proviene dalla coscienza di sé e non concessa da altri, la virgola e lo spazio vuoto suggeriscono poi un elenco potenzialmente infinito di declinazioni, ruoli, condizioni possibili del genere femminile. Esplorare, sfidare e celebrare il femminino in tutte le sue molteplici sfaccettature: ecco il cuore di questa nuova stagione teatrale, che mi vede nell’inedita veste di direttore artistico.
Ho debuttato al Teatro Baretti esattamente vent’anni fa, e su questo piccolo, strano, accogliente palcoscenico ho recitato in spettacoli che ancora sono nel mio cuore. Oggi è elettrizzante ricoprire questo ruolo, in un teatro che ho sempre considerato casa e le persone che ci lavorano parte della mia famiglia. Quella del teatro è sempre una famiglia che si sceglie: da una parte gli artisti impegnati in un atto vulnerabile e creativo, e dall’altra il pubblico, assemblea consapevole del fatto che il teatro non offre risposte definitive, ma piuttosto apre porte verso la riflessione e l’empatia.
È stato naturale quindi immaginare “regine, con il sostegno di artiste e artisti con i quali in questi anni ho avuto la fortuna di condividere spettacoli, visioni, affetto e la fatica sublime di fare il mestiere più bello del mondo. Insieme ai più grandi nomi del teatro italiano al femminile scoprirete regine giovani ed emergenti sia per valore che per nuovi linguaggi, in un ideale passaggio di testimone fra le necessarie radici del nostro teatro e i nuovi germogli di talento.
Nelle prossime pagine ho il piacere di presentare e raccontare qualcosa di ognuno dei dodici spettacoli che compongono questa multiforme ode alla femminilità pronta a sorprendervi, a farvi riflettere e a ispirarvi.
Quando ero piccolo io mi sentivo re o regina se raccontando una storia ai miei compagni di classe, a mio fratello, a mia mamma trovavo nei loro visi risate, sorpresa, paura, coinvolgimento e totale adesione al mio mondo-altro. L’aver provocato meraviglia lasciava in me una potente eco fino a che non mi addormentavo. La bramo ancora quella sensazione, ogni volta che entro in scena o mi siedo in platea. Venite a cercarla anche voi al teatro Baretti: siete l’elemento più importante di questa famiglia, e senza di voi non ci sarebbe nessuna corona da indossare.
Vi aspetto!
Sax Nicosia
direttore artistico